© Chiara Maria Balduzzi
Biografia
Chiara Balduzzi nasce a Clusone (Bergamo) nel 1967, ma vive la sua infanzia e giovinezza in Toscana dove la famiglia si trasferisce nel 1974 portando con sé il ricco bagaglio di valori che Ermanno Olmi ha condensato ne L’albero degli zoccoli. S’affina intanto l’innata sensibilità a cogliere e a comunicare emozioni e sentimenti. Ed è dall’incontro di tale sensibilità con la passione per la pittura che si manifesta la capacità di stendere sulle tele un discorso che scorre più fluido della parola, più libero, sincero, immediato.
Iniziano le prime Personali in Trentino, Lombardia, Toscana e Germania. Nel 1998, esponendo in terra natale, Chiara B. viene definita da V. Caratelli - Presidente dell’Unione Artisti Italiani “Una vera promessa”. Si fa strada l’urgenza di coltivare il talento e perfezionare la tecnica al fine di trasmettere con maggiore immediatezza e compiutezza i messaggi del cuore e dell’anima: tale è infatti per lei la pittura.
Dal 1992 al 2000 frequenta lo studio del maestro pittore Armando Peroni a Torri del Benaco (sul Lago di Garda) e qui – attraverso un itinerario rigorosamente personale ma in dialogo col maestro – approfondisce importanti elementi tecnici ed espressivi.
Se i fiori sono i protagonisti primi dei quadri di Peroni, tali divengono - in questo periodo - anche nelle pitture di Chiara B., per arricchirsi poi di marine, paesaggi e nature morte.
La pittura come intima necessità di comunicare il bello e il positivo in un mondo arlecchino; la pittura come gioia, allegria, come estasi e oasi; la pittura come avventura di chi si pone davanti a una tela bianca per stupirsi ogni volta di un’autorivelazione del cuore; la pittura come testimonianza di un cammino interiore ed esteriore. Itinerario artistico&vita vanno di pari passo e per Chiara B. il panorama s’arricchisce della maternità. E mutano i colori. La sua pittura passa dalla tenue pacatezza dei rosa/arancio pastello/bianchi (pur su frequenti sfondi scuri) a impetuosi rossi smaglianti e arancioni bagnati da tempeste primaverili. Ed ecco apparire, impensato, l’azzurro, tanto azzurro, di tutte le tonalità; azzurro non etereo o evanescente bensì colore-rivelazione di una poderosa lotta ingaggiata con la vita per porre basi di speranza e nuova solidità non priva di sogni che – come suole ripetere - “riempiono la vita”.
Maffino.R.Maghenzani.